“Le mafie stanno approfittando di questo tempo di pandemia e di emergenza sanitaria, economica e sociale, per le mafie questa è l’occasione di una maggiore penetrazione nella società anche perché approfittano del flusso di aiuti alle imprese e alle persone in difficoltà”. Lo ha affermato l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, nel suo intervento durante la videoconferenza promossa dal Centro di studi ed iniziative culturali “Pio La Torre” in occasione del 39° anniversario dell’uccisione per mano mafiosa di Pio La Torre e Rosario Di Salvo.
Per il presule, “non possiamo ignorare la forza della mafia che prospera da sempre sul disagio sociale, culturale ed economico”. “Ricordo le parole di Papa Francesco nell’Enciclica Fratelli tutti, lì – ha proseguito – dove afferma che le paure, la solitudine, l’insicurezza di tante persone che si sentono abbandonate dal sistema costituiscono un terreno fertile per le mafie e la criminalità organizzata che spesso si presenta come ‘soccorritrice’ di chi vive situazioni di disagio e precarietà”. L’arcivescovo ha avvertito: “C’è una pedagogia tipicamente mafiosa che, con un falso spirito comunitario, crea legami di dipendenza e di subordinazione dai quali è molto difficile liberarsi. Penso anche alla violenza di genere che è esplosa in questo tempo in molte città, comprese quelle della nostra Isola, anche tra adolescenti e giovani”. Ricordando che “ci si può salvare unicamente insieme” come ha affermato il Papa, mons. Lorefice ha sottolineato che “c’è bisogno di solidarietà, anzi di fraternità. C’è bisogno di un nuovo spirito comunitario che ci aiuti a uscire insieme dai problemi concentrando le migliori energie emerse in questo tempo di prova a causa della pandemia”.