“La regalità di Gesù passa attraverso l’umiltà, la sofferenza e non il potere e la forza”. Lo ha ricordato ieri pomeriggio l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. GianCarlo Perego, durante la liturgia del Venerdì Santo che ha presieduto in cattedrale.
Per questa ragione, ha spiegato, “al Crocifisso affideremo le nostre intenzioni di preghiera che non dimenticano nessuno: il Papa, i vescovi e i presbiteri, chi è catecumeno, chi vive un’altra esperienza di fede, chi non crede, chi sente particolarmente la sofferenza di oggi, aggravata dalla pandemia”. “In particolare, oggi – ha proseguito – ricorderemo con la nostra preghiera e con la colletta la città di Gerusalemme, la Terra Santa e la piccola comunità cristiana che dimora in Medio Oriente, che vuole essere luce, sale e lievito del Vangelo, ma vive un anno di prove e di fatiche per l’isolamento che li ha fatti sentire ancora più lontani per l’assenza di pellegrini. Anche questa nostra preghiera e il gesto di solidarietà dimostrano che la morte di Gesù è per noi e per tutti”.
“Siamo nel tempo del dolore, della morte e del pianto, dell’incertezza, dell’abbandono che, all’improvviso, sono ritornate sulla scena del mondo, del nostro mondo”, ha osservato l’arcivescovo. “Il Dio Crocifisso che condivide il nostro dolore, la nostra morte promette anche di asciugare le nostre lacrime, di farci ritrovare la gioia, la pace e la speranza. La nostra fede – ha concluso mons. Perego – ci chiede di guardare con le lacrime agli occhi il dolore di Cristo e dei nostri fratelli in Cristo, ma anche con la speranza che ‘veramente quest’uomo era il Figlio di Dio’”.