“Vorrei che il bacio che deporrò fra poco a nome vostro sui piedi del Crocifisso fosse un segno di speranza anche nell’insicurezza generata in noi dalla pandemia”. Lo ha detto l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo. durante l’azione liturgica del Venerdì Santo celebrata ieri sera nella Cattedrale di Spoleto. “Nella croce – ha detto mons. Boccardo – vediamo tutto il male del mondo, il dolore, l’ingiustizia, l’insensatezza, l’abbandono e la morte; in questo anno, particolarmente, vediamo tutta la tristezza, la paura, l’insicurezza generate in noi dalla pandemia. Ma Colui che chiamiamo nostro Salvatore e Signore di tutto questo si fa carico. Liberati dall’incubo della morte, possiamo vivere e morire, e possiamo comprendere il vero senso della vita: in ciò che credevamo la fine ci viene offerto il nostro fine. Vorrei che il bacio che deporrò fra poco a nome vostro sui piedi del Crocifisso – le consegne di sicurezza sanitaria non consentono che ciascuno lo faccia personalmente – fosse un segno di speranza. Perché se la fede è un cammino, bisogna aprire le strade a chi conosce la direzione. Se il dolore ti lascia al buio – ha concluso mons. Boccardo – la soluzione si trova in chi porta la luce. Se la croce indica fallimento e morte, il suo senso più vero è quello di proiettarsi dal buio del Venerdì santo al sole della domenica di Pasqua”.