“È questa la seconda Pasqua segnata dalla sofferenza per l’epidemia da Covid. Nell’estate scorsa i Vescovi italiani, in una riflessione dal titolo ‘È risorto il terzo giorno’: una lettura biblico-spirituale dell’esperienza della pandemia, ci hanno suggerito di vivere questo difficile periodo tenendo fisso lo sguardo sul mistero che sta al centro della nostra fede, quello della Pasqua del Signore”. Lo scrive il vescovo di Iglesias, mons. Giovanni Paolo Zedda, nel suo messaggio di Pasqua ai fedeli, segnalando che “Dio ci dà la grazia di guardare ogni avvenimento della vita attraverso la lente del mistero pasquale, che culmina nell’annuncio che Cristo ‘è risorto il terzo giorno’”. “Siamo chiamati a maturare un’esistenza diversa, da veri figli di Dio, nell’esperienza del Venerdì e del Sabato santi, uniti al Figlio di Dio sulla croce e nel sepolcro, aperti ad accogliere il dono della risurrezione”.
Il presule invita poi ad “accogliere il mistero della sua morte e il silenzio del suo sepolcro, senza mai chiuderci alla speranza della vita che l’amore fedele del Padre ci offre”. “Ci è chiesto di fare questa esperienza non solo attraverso l’ascolto della Parola e nella celebrazione dei Sacramenti durante la Settimana Santa, ma anche nella quotidianità della vita, nell’incontro con la sofferenza dei fratelli vicini e lontani intorno a noi”. E, ancora, lo sguardo alla pandemia che “ci ha colpito”, la quale “ha rivelato il dolore del mondo”: “Ha prodotto sofferenza e ne produrrà anche in futuro, con conseguenze economiche e sociali imprevedibili, vaste e persistenti”. “Se sapremo vivere, leggere ed elaborare con vera carità l’esperienza di sofferenza nostra e dei nostri fratelli, ascoltando lo Spirito e partecipando al mistero della Pasqua del Signore – conclude il vescovo –, allora anche da questa pandemia avremo imparato qualcosa di importante”.