“La pandemia, che come una tempesta si è abbattuta sul nostro pianeta, ha cambiato la nostra vita con il pesante fardello di paura, di incertezza, di scoraggiamento e di morte. Nelle situazioni di dolore e di sofferenza si scorge il bisogno di una luce e di una speranza, il richiamo a qualcosa che è più grande di noi. Abbiamo bisogno della Pasqua, abbiamo bisogno di risorgere, abbiamo bisogno che riviva la speranza per superare questo momento difficile e per costruire un futuro migliore”. Lo scrive, nel suo messaggio di auguri, l’arcivescovo di Amalfi-Cava de’ Tirreni, mons. Orazio Soricelli.
“È urgente che il Vangelo della Pasqua parli al cuore di ogni uomo e donna, per costruire un mondo più umano, più sereno, e che si abbatta l’egoismo, e si accresca la solidarietà. La Pasqua di Gesù è per noi una luce che illumina le nostre storie – aggiunge il presule –. Se Gesù è vivo, allora c’è speranza per tutti, per quanti credono in lui e per coloro si sentono scartati, delusi, stanchi e sfiduciati. Il Risorto ci dona lo Spirito e ci manda a testimoniare con le parole e con la vita la novità e la bellezza del Vangelo. La risurrezione è un’energia di amore che ci aiuta a vivere nella giustizia. Il Vangelo di Pasqua parla di una vita nuova, più umana e più bella per tutti”.
La Pasqua, ricorda l’arcivescovo, “annuncia che l’amore ha vinto il male, la misericordia ha vinto l’indifferenza, la mitezza ha vinto la violenza, la vita ha vinto l’ultimo nemico che è la morte”. Ecco “perché l’augurio che faccio per la Pasqua è che la speranza non solo non muoia, ma possa risorgere e possa invadere il cuore di tutti. In questi giorni possiamo incontrare Gesù Cristo risorto e riscoprire in lui il fondamento di una vita lieta e santa. È forte, infatti, il desiderio di una vita serena e tranquilla”.
“Siamo convinti – osserva mons. Soricelli – che oltre le norme sanitarie ed il vaccino, la soluzione viene dall’alto. Il segreto della gioia viene dalla fede, che si apre allo stupore e alla speranza. La mia paterna e fraterna benedizione giunga in ogni famiglia e sia di sollievo e di conforto ad ogni persona e in particolare a chi è toccato dalla sofferenza e dalla solitudine. Il Signore ci fa sentire la sua presenza anche attraverso l’affetto delle persone care”. Il presule conclude: “Gustiamo il tepore di questi giorni, in attesa di poter godere con tutto il creato l’effetto della nuova creazione che Cristo ci ha donato”.