Un invito “a ‘tirare fuori’, da dove sembra nascondersi, la gioia di questa Pasqua per non lasciarci sopraffare dall’egoismo, dalla tristezza, dal vuoto interiore e dall’isolamento”. Lo rivolge mons. Marco Prastaro, vescovo di Asti, nel messaggio alla diocesi per la Pasqua.
A distanza di un anno dall’inizio della pandemia, osserva il vescovo, “ci troviamo ancora confinati nelle nostre case, il virus continua a mietere vittime, il pensiero del futuro ci inquieta profondamente, non è ancora chiaro quando tutto questo finirà”. “Eppure, anche quest’anno, il dramma dell’amore di Gesù per noi si compie per sfociare nella luce abbagliante della risurrezione”, sottolinea mons. Prastraro. “Ancora una volta la liturgia ci ricorda che Cristo è risorto, che il peccato e la morte sono sconfitti, che una vita nuova è già presente in mezzo a noi. E questa luce e questa gioia vorremmo proprio vederle, quasi toccarle materialmente con la mano, ma la sofferenza, la morte, l’egoismo le offuscano. Non smettiamo mai di vivere, nonostante la sofferenza e il limite, ‘fedeli compagne di viaggio’ dei nostri giorni sulla terra”. “La Pasqua – prosegue il vescovo – ci ricorda con forza che tutto questo dolore e questa fatica di vivere sono già sconfitti e superati, e la vita nuova risplende, è già presente fra noi: è lì, a portata di mano. Eppure, per certi versi, resta lontana e non sempre riusciamo ad afferrarla”. “In questa realtà quotidiana così impegnativa e che spesso ci schiaccia, possiamo lottare e insistere, anche là dove una soluzione è ancora sconosciuta e lontana. Perché crediamo proprio che Cristo sia risorto. Perché questa risurrezione bisogna ‘tirarla fuori’ da dove è nascosta: è già presente, perché Cristo è veramente risorto”, continua mons. Prastaro. “Insieme alla Pasqua – l’esortazione del vescovo – ‘tiriamo fuori’ le nostre energie migliori: la nostra capacità di vivere come fratelli nella pace e nell’amore, la nostra audacia e creatività nel pensare un mondo migliore, il nostro impegno nel far sì che ogni giorno la vita prevalga sulla morte, l’amore sull’odio, la solidarietà sull’indifferenza”. “Il Covid – conclude mons. Prastaro – non è il nostro ultimo destino, perché siamo certi che la vita e la gioia sono più forti della morte e della tristezza… basta guardare Gesù risorto”.