“Le donne, con il loro sguardo, ci guidano a percepire la realtà, e non solo a sentirla” della Resurrezione. “Solo loro non sono fuggite e solo loro continuano a cercare Gesù con intensità d’amore” dopo averlo seguito “fino alle ore tragiche della Passione”. È quanto scrive nel suo messaggio per la Pasqua mons. Domenico Pompili, amministratore apostolico di Ascoli Piceno e vescovo di Rieti. Nel testo, diffuso dalla diocesi marchigiana, mons. Pompili distingue tra sentire e percepire, tra sensazione e percezione: “La sensazione, cioè i sensi, si limitano a ricevere in modo passivo, con una partecipazione legata all’intensità, al carattere più o meno piacevole di un’esperienza. Le sensazioni così finiscono per smarrire l’altro, il mondo, Dio perché tutto si concentra su quello che provo io”. Al contrario, “la percezione è una sorta di ‘sesto senso’ che rimane desto per ciò che si presenta, coltiva l’attenzione per la realtà; per l’altro e non per quello che vorrei, ma per quello che è. La percezione poi sa costruire un rapporto che si distende nel tempo. Le donne, insomma, non si limitano a sentire, ma percepiscono: ecco il punto. Non stupisce, allora, che pur avendo come tutti sentito inizialmente sgomento, dubbio, delusione, poi però abbiano percepito la presenza stessa del Risorto, cercandone l’abbraccio fisico, senza successo. Esse si sono sbloccate e son state travolte dell’evento della resurrezione”. “Oggi si rischia di annegare tutti nelle sensazioni e ci si impedisce di percepire la realtà. Perché misuriamo tutto a partire da noi stessi, senza distinguere da chi e da che cosa siamo provocati, senza stabilire relazioni profonde, senza lasciarsi toccare dalla realtà di Dio. L’augurio – conclude mons. Pompili – è che la Pasqua della terza ondata della pandemia sia quella da cui ri-nascere insieme. Per una nuova percezione della vita”.