“Tutti abbiamo un grande desiderio, in questo tempo ancor di più: passare dallo smarrimento alla speranza. E la Pasqua è uno dei doni più grandi, più liberi e più gratuiti che il nostro cammino di uomini e di donne possa desiderare”. Lo scrive il vescovo di Nuoro e amministratore apostolico di Lanusei, mons. Antonello Mura, nel suo messaggio di Pasqua ai fedeli, sottolineando che “essa conosce il segreto per aprire un varco, cioè un passaggio dalla paura alla fiducia, richiamando le migliori risorse che abbiamo dentro di noi: cuore, intelligenza, passione… e fede”.
La consapevolezza del presule è che “una pandemia ‘infinita’ ha bisogno di un amore infinito, merita un Dio che nonostante tutto il male del mondo, del quale lui stesso è stato vittima innocente, continui ad avere un volto incredibilmente buono”. “Sì, il primo scandalo da superare, per sperimentare la Pasqua, è quello di entrare in confidenza con un volto, quello di Dio, e scoprirlo che mi cerca, mi parla, perché è certo che abbia uno sguardo anche per me”. Partendo dalla morte di Cristo, il presule invita a osservare che “la speranza, quella a radici grosse, non esiste senza lo smarrimento, così come si continua a sperimentare nelle famiglie e negli ospedali, ospitando contemporaneamente il silenzio e l’accoglienza del mistero della vita e della morte”. Quindi, il passaggio dal “silenzio” a una “preghiera interminabile, universale”, per i vicini, i lontani, i credenti e i non credenti, i cristiani e i non cristiani; per chi è nella prova, nella fatica, per i ministeri più differenti, per tutti. “Perché il senso della preghiera è di non farla finire più di fronte a un volto che muore così, senza dimenticare nessuno. Nessuno! Bisogna infatti raccontargli di tutti e dire il nome di tutti, la storia di tutti, la tragedia, la speranza di tutti. E il giorno del Risorto diviene capace di generare una speranza incredibile”. Infine, mons. Mura invita a ricordare che “con il Risorto tutto ricomincia, e l’esperienza della fede, anche oggi, può scoperchiare una tomba e rivoltare una pietra che separa la morte dalla vita”. “Per un incontenibile desiderio di futuro e di speranza”.