L’augurio di buona Pasqua deve “tradursi in impegno per realizzare incontri, portare sorrisi e gesti concreti di solidarietà in questa nostra storia che ne ha tanto bisogno”. Lo ha scritto mons. Piero Delbosco, vescovo di Cuneo e Fossano, in un editoriale pubblicato sui settimanali diocesani La Guida e La Fedeltà. La pandemia, osserva, “ci ha colti di sorpresa ed ha rivelato a noi la nostra fragilità. Il silenzio ci ha avvolti, sono saltate tutte le nostre presunte sicurezze, siamo stati presi dalla paura di non farcela e ora si spera che la scienza ci salvi. Siamo passati dentro il nostro ‘sabato santo’; forse ne siamo ancora dentro”. “Chi incontriamo – afferma – ha bisogno di un saluto caloroso, ha bisogno di stabilire relazioni che spezzino l’isolamento, ha bisogno di intrecciare i propri passi per non cadere nel vuoto, ha bisogno di incoraggiamento per riprendere a sognare una vita bella e sicura. Proviamo anche a guardare ai segni di speranza che già sono in atto. Molte persone hanno riscoperto il dono gratuito anche semplicemente verso i propri vicini di casa oppure verso situazioni familiari di fragilità. Le istituzioni sociali ed i gruppi caritativi non si sono fermati ed hanno coinvolto tanti giovani. Le nostre famiglie hanno riscoperto il valore della condivisione e del tempo necessario per la coesione. Tanta gente sta imparando ad usare i media per nuove relazioni. Sono esperienze nuove che danno speranza. È il Signore che è all’opera proprio in mezzo a noi”.