“La pandemia ha messo a nudo i limiti presenti nel nostro sistema sanitario, economico e sociale, ha contribuito ad aggravare le diseguaglianze esistenti e ha creato ulteriore disoccupazione e nuove povertà. E ha pure influito pesantemente sul piano culturale, psicologico e spirituale”. Lo scrive don Giovanni Momigli, direttore dell’Ufficio Problemi sociali e lavoro della diocesi di Firenze, in una nota in prossimità della festa di San Giuseppe lavoratore. Per l’occasione, l’arcivescovo, card. Giuseppe Betori, celebrerà una Messa alle 11 nella chiesa di Santa Maria, a Scandicci. Venerdì 30 aprile alle 17 è in programma, invece, l’incontro on line “Una visione per il dopo pandemia” realizzato in collaborazione con la Camera di Commercio di Firenze. Dopo il saluto dell’arcivescovo sono previsti gli interventi di Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di Commercio su “Guardare a uno sviluppo sostenibile”, del vicepresidente Niccolò Manetti, su “Artigianato di qualità motore della ripresa”, e di Giuseppe Salvini, Segretario generale su “I nuovi profili professionali richiesti dal mercato”. Conclude l’incontro don Momigli.
La via per la ripresa, secondo il direttore dell’Ufficio della diocesi di Firenze, è quella di “valorizzare le comunità e le potenzialità del territorio, puntando sulla rigenerazione urbana, la green economy e l’economia circolare e assumendo l’interazione come orientamento e come modalità operativa, anche per ripensare in modo sinergico le relazioni fra amministrazioni locali, i rapporti fra i vari soggetti e il ruolo di alcuni settori e comparti”. L’impegno annunciato dalla Pastorale sociale e del Lavoro della diocesi di Firenze è quello di sostenere “il dialogo e la creazione di un nuovo patto di collaborazione fra i vari soggetti in campo, la valorizzazione di tutte le potenzialità del territorio e l’attivazione delle risorse umane, civili, morali, spirituali, intellettuali ed economiche necessarie per costruire insieme lavoro dignitoso, sviluppo, valore sociale, prossimità, solidarietà”.