“È un modello di santità impegnata nella difesa della vita, con le sfide della storia e, in particolare, come paradigma di servizio al prossimo, come un buon samaritano, senza escludere nessuno. È un uomo di servizio universale”. Così il Papa, nel videomessaggio – in spagnolo – inviato in occasione della beatificazione di José Gregorio Hernández Cisneros, in programma domani a Caracas. “Il dottor José Gregorio – le parole di Francesco – si offre a noi cristiani e a tutte le persone di buona volontà come esempio di credente discepolo di Cristo, che ha fatto del Vangelo il criterio della sua vita, ha cercato la sua vocazione, ha osservato i comandamenti, ha partecipato ogni giorno all’Eucaristia, ha dedicato tempo alla preghiera e ha creduto nella vita eterna, come modello di bonarietà personale e di virtù civiche e religiose, di apertura, di sensibilità di fronte al dolore, di modestia e di umiltà nella sua vita ed esercizio professionale, e anche come un uomo amante del sapere, della ricerca, della scienza, al servizio della salute e della docenza”. “Uno degli aspetti più rilevanti e affascianti della sua personalità è stato quello di essere testimone di superamento personale e di servizio ai cittadini”, l’elogio del Papa: “Un servizio inteso a partire dall’esempio che Cristo ci ha lasciato durante l’Ultima Cena, quando si è messo a lavare i piedi ai suoi discepoli e a tutti perché amava tutti, anche Giuda, pur sapendo che lo avrebbe tradito. Gesù non si è vendicato con nessuno, non si è vendicato con nessuno, ha amato tutti. E in questo momento Gesù lascia un mandato ai suoi discepoli: lavatevi i piedi gli uni agli altri. Mi sembra importante commentare ‘gli uni agli altri’, perché il Signore ci esorta non solo a essere soggetti attivi del servizio, ma anche ad avere l’umiltà di lasciarci lavare i piedi dagli altri”. “E che cos’è oggi questo lavarsi i piedi gli uni agli altri, mi domando, per tutti noi, e in concreto per voi, che oggi festeggiate la beatificazione di questo grande lavatore di piedi?”, si chiede Francesco: “Per esempio, significa accogliersi, riceversi gli uni gli altri, vedere l’altro come un uguale, qualcuno come me, senza disprezzare. Non disprezzare nessuno. È anche servirsi gli uni gli altri, essere disposti a servire, ma anche lasciare che gli altri ci aiutino, ci servano. Aiutare e lasciarci aiutare. Un altro esempio è perdonarci gli uni gli altri, perché dobbiamo perdonare e permettere che ci perdonino. Sentirci perdonati. In definitiva, lavarsi i piedi gli uni gli altri è amarsi gli uni gli altri”. “Tutti abbiamo bisogno di aiuto, tutti. Tutti abbiamo bisogno di perdono”, ribadisce il Papa: “Gesù ha detto una cosa molto bella: ‘chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra’; chi non ha qualcosa dentro di cui pentirsi che accusi gli altri”. “A volte diventiamo una famiglia – penso per esempio a un nucleo familiare – di accusatori gli uni degli altri o in un popolo di accusatori gli uni degli altri”, la denuncia di Francesco, secondo il quale “questo non è il cammino che ci ha insegnato il Beato che oggi celebriamo, che è piuttosto quello del servizio, di ascoltarci, e di perdonarci e di lasciarci perdonare”.