Un autentico sviluppo umano non deve intendere il progresso solo “in termini economici o quantitativi”, ma deve essere “effettivamente integrale”. E se il contributo del sapere tecnico-scientifico è “indispensabile”, quest’ultimo va “articolato con altre prospettive, in cui la Chiesa ha un ruolo importante”; soprattutto “in campo teologico ed etico” per orientare la ricerca, il progresso e l’impiego delle nuove tecnologie, tra le quali l’intelligenza artificiale nelle sue molteplici declinazioni, verso il bene dell’uomo e il rispetto della sua dignità. Questo, in estrema sintesi, il pensiero di mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita, nella prolusione con la quale ha inaugurato i lavori del LXIX Congresso nazionale della Fuci, “Epoca 4.0. Università, Chiesa e società alla prova della pandemia”, che si svolge questa sera e domani sera (ore 18-20) sulla piattaforma Zoom e in diretta sulla pagina Facebook “Federazione Universitaria Cattolica Italiana”.
Nella sua riflessione, Paglia ha tra l’altro messo in guardia dalla tentazione di puntare “all’eliminazione di ogni vulnerabilità” inseguendo “una forma compiuta e perpetua di (illusoria) perfezione”. È invece importante “il riconoscimento della fondamentale imperfezione propria dell’esistenza e per una sua assunzione riconciliata”. In questo ambito, ha osservato, “potrà avere un ruolo importante la teologia, intesa come sapere critico dell’esperienza della fede cristiana”, per introdurre, anche nel dibattito pubblico, “una riflessione che eviti l’appiattimento sui criteri operativi e funzionali” per “mantenere viva la ricerca del pensiero per una elaborazione antropologica umanistica, che faccia valere il richiamo alla dignità umana in quanto istanza trascendente”. Con riferimento specifico all’intelligenza artificiale (AI), il presidente della Pav ha richiamato la Rome Call for AI Ethics, presentata pubblicamente il 28 febbraio 2020, con l’obiettivo di raccordare tecnologia, antropologia ed etica. Un impegno sottoscritto dal presidente di Microsoft, Bradford Lee Smith; dal vicepresidente esecutivo Ibm, John Kelly III; dal direttore generale Fao, Qu Dongyu, e dall’allora ministro del governo italiano per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Paola Pisano, alla presenza del presidente del Parlamento europeo David Sassoli, in una sorta di assunzione di comune responsabilità.