145 leader religiosi di tutto il mondo, cristiani, musulmani, ebrei e buddisti, hanno unito la loro voce ed hanno inviato una lettera agli Stati e alle case farmaceutiche per chiedere di favorire un accesso globale e universale ai vaccini. “Chiediamo a tutti i leader di rifiutare il nazionalismo dei vaccini e di accettare un impegno di equità globale. In qualità di leader religiosi, uniamo le nostre voci affinché i vaccini siano messi a disposizione di tutte le persone come bene comune globale. Questo è l’unico modo per porre fine alla pandemia”. Tra i firmatari della lettera ci sono il card. Peter Turkson, prefetto del Dicastero vaticano per il Servizio dello sviluppo umano integrale, i francescani di Assisi, Rowan Williams, già arcivescovo di Canterbury, Martin Junge, segretario generale della Federazione luterana mondiale; Thabo Makgoba, arcivescovo anglicano di Città del Capo; Jim Winkler, presidente del Consiglio nazionale di chiese degli Usa. Secondo il Guardian anche il Dalai Lama sosterrebbe la campagna. Nel pieno della “emergenza indiana”, i leader religiosi ricordano l’interdipendenza e le responsabilità di “prenderci cura gli uni degli altri”. “Ognuno di noi può essere al sicuro solo quando tutti siamo al sicuro. Se una parte del mondo viene lasciata nella pandemia, tutte le parti del mondo saranno messe a rischio crescente”. Le religioni scendono in campo anche per chiedere un accesso universale al vaccino. “L’accesso delle persone ai vaccini salvavita Covid-19 – scrivono infatti i leader religiosi – non può dipendere dalla ricchezza, dallo status o dalla nazionalità delle persone. Non possiamo abdicare alle nostre responsabilità nei confronti delle nostre sorelle e dei nostri fratelli, immaginando che il mercato possa essere lasciato a risolvere la crisi o fingere a noi stessi che non abbiamo alcun obbligo verso gli altri nella nostra comune umanità. Ogni persona è preziosa. Abbiamo l’obbligo morale di raggiungere tutti, in ogni paese”.
Ciò che preoccupa è la disparità tra i Paesi ricchi che sono in grado di garantirsi le dosi e la maggior parte dei Paesi a reddito medio e basso dove i vaccini stanno solo iniziando a diffondersi. “Al ritmo attuale di produzione e distribuzione di vaccini, le persone in gran parte del mondo potrebbero non essere vaccinate almeno fino al 2024 e le conseguenze per gli individui, le famiglie e le comunità più povere saranno devastanti”. Da qui la richiesta ai leader del governo, alla società civile e al settore privato di aumentare e accelerare la produzione di vaccini in modo che “ci siano dosi sufficienti per ogni persona nel mondo”. L’appello si inserisce nell’azione della People’s Vaccine Alliance, una coalizione di organizzazioni che promuovono un “vaccino dei popoli”, nonché la deroga sulla proprietà intellettuale dei brevetti dei vaccini anti-Covid-19.