“La crisi pandemica ha raggiunto il suo punto più alto in Costa Rica. L’aumento esponenziale dei casi di Covid-19 è critico, provocando la saturazione e quasi il collasso del nostro sistema sanitario a livello generale”. È l’allarme lanciato, in una nota diffusa ieri, dalla Conferenza episcopale dei vescovi della Costa Rica (Cecor). Nelle ultime 24 ore i contagi sono stati 2.434, con un aumento del 166%, nell’ultimo mese, rispetto al mese precedente. I morti sono stati 16, ma nelle terapie intensive, che in alcuni ospedali sono completamente sature, sono ricoverate 351 persone. Dall’inizio del contagio, i casi accertati sono 245.601, con 3.202 morti. “Rivolgiamo un forte e urgente appello a essere consapevoli e responsabili nell’affrontare questa crisi che ci colpisce tutti in un modo o nell’altro. Solo rispettando le misure sanitarie di base del lavaggio delle mani, l’uso di maschere e l’allontanamento fisico, saremo in grado di affrontare questo male”, si legge nel messaggio, firmato dal presidente della Cecor, mons. José Manuel Garita Herrera, vescovo di Ciudad Quesada, e dal segretario generale, mons. Daniel Francisco Blanco Méndez, vescovo ausiliare di San José. “Chiediamo inoltre alle autorità governative – proseguono i vescovi – di non lesinare sforzi affinché il programma di vaccinazione possa essere accelerato e possa raggiungere il maggior numero di persone possibili, soprattutto le più vulnerabili, a causa dell’età o per le condizioni di salute. Conoscendo i limiti esistenti, è importante che il supporto necessario continui a essere richiesto alla comunità internazionale, per avere i vaccini necessari”.
Nella nota, la Cecor invita la popolazione a uscire di casa solo se necessario e i datori di lavoro a implementare forme di smartworking. L’appello è rivolto in modo particolare ai giovani e giovani adulti, tra i quali si registra il maggior aumento di casi. “Solo uniti potremo andare avanti”, concludono i vescovi.