“I morti e gli infortuni per incidenti occorsi su lavoro sono ancora troppi: una vera e propria tragedia. E bisogna fare di più a tutti i livelli. La civiltà di una nazione si misura anche su quanto sia sicuro lavorare, per vivere e non per morire. Per questo la Giornata mondiale della sicurezza e salute sul lavoro è un’opportunità di riflessione che va colta come monito e impegno da esercitare 365 giorni l’anno”. Lo sottolinea Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia e delegato Anci al Welfare, in occasione Giornata mondiale della sicurezza e salute sul lavoro istituita nel 2003 dall’Organizzazione internazionale del lavoro.
Secondo Vecchi “la formazione è indubbiamente una delle misure fondamentali da adottare per migliorare le condizioni di sicurezza”. “Questa terribile epoca del Covid – aggiunge – ci ricorda che il sistema capitalistico globale ha subordinato sempre di più il lavoro al profitto. L’economia si è imposta alla società sacrificando alcuni valori, fra cui quello della salute e della tutela dell’ambiente. È ora di cambiare passo. Questa l’amara lezione che ci ha impartito il virus”.
Il delegato Anci propone di costruire un patto fra tutti gli attori coinvolti, privati e pubblici. “La Pa, in effetti, non è il settore più a rischio, dove ci si ammala di più, a differenza di altri comparti, come quello dell’edilizia. L’adozione massiccia della modalità del lavoro agile ha poi facilitato il contenimento dei contagi. Ritengo, tuttavia, che nel prossimo futuro il ricorso allo smart working vada limitato, altrimenti si rischia una perdita complessiva di efficienza del sistema”.
“Nonostante tutto, i Comuni hanno retto bene alla prova dell’emergenza. Sono stati la prima linea istituzionale sul territorio che ha garantito con generosità la tenuta della coesione sociale. Ora, per uscire definitivamente dal tunnel della pandemia – conclude il delegato Anci – occorre un salto di qualità sul terreno dei servizi e del lavoro pubblico: dovremo essere civil servant a 360 gradi”.