Promosso da Caritas Ambrosiana e Caritas Italiana, Scarp de’ tenis è il più diffuso street magazine italiano. Esce ogni mese ininterrottamente dal 1996 ed è diretto da Stefano Lampertico dal 2014. Nato a Milano, dove ha ancora oggi sede la redazione centrale, è venduto in strada e davanti alle parrocchie a Napoli, Torino, Vicenza, Venezia, Cremona, Varese, Como, Firenze, Rimini, Verona e Genova. Viene diffuso in 20mila copie ogni mese e dà lavoro a più di 130 persone in tutta Italia: gravi emarginati, disoccupati, persone che vogliono integrare i redditi minimi. Nei mesi scorsi, durante il lockdown dovuto alla pandemia quando i venditori non hanno più potuto incontrare gli acquirenti, il giornale – spiegano dalla redazione – ha potenziato il servizio di social shop (www.social-shop.it). Nell’edicola virtuale è possibile abbonarsi, acquistare i numeri della rivista in versione digitale, ordinare i gadget.
“L’intuizione originaria che pareva quasi impossibile, ‘dare voce a chi non ha voce’, si è fatta metodo. Oggi Scarp non è più una scommessa di cui solo una lucida follia poteva assumersi il rischio, ma è un prodotto editoriale di tutto rispetto – spiega Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana –. La redazione si è consolidata ed è riuscita a ottenere l’apprezzamento e l’affetto di molti professionisti che sono diventati i principali supporter della testata. I senzatetto non sono più questuanti che elemosinano l’obolo, ma venditori orgogliosi di proporre al loro pubblico un giornale ben fatto e nel quale possono riconoscersi. Auguro alla rivista di continuare a tenere alta l’attenzione per le persone più fragili. Solo così riusciremo a costruire delle comunità ecclesiali e civili migliori e attente agli altri”.
“L’esperienza di questo giornale di strada può e deve essere un esempio per ognuno di noi – scrive don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, nel suo saluto –. Uno sprone a raccogliere la sfida sempre ricca di volti, di persone, di storie, di quella concretezza che attiva processi di cambiamento, mobilita risorse, combatte l’indifferenza con l’attenzione all’altro. Una strada da fare insieme perché tutti siamo e dobbiamo sentirci chiamati a ‘fare la storia’, a farci prossimo di quanti incontriamo lungo il cammino”.