Politiche familiari lungimiranti, transizione ecologica, “riconversione alla centralità dell’uomo”. Sono le tre priorità indicate da mons. Luigi Renna, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano, nel messaggio per il 1° maggio, festa di San Giuseppe lavoratore.
“Dietro ogni lavoratrice/lavoratore – esordisce il presule – c’è una famiglia, non possiamo dimenticarlo. Cioè ci sono due adulti che, con senso di responsabilità e non poche volte con fatica, cercano di provvedere al presente e al futuro di tutto il nucleo familiare, in cui i figli sono l’anello più debole, perché possono essere privati di ciò che apre loro il futuro, ossia una formazione solida, che va dalla scuola a tutti gli altri ambiti della propria vita”. Per questo “politiche familiari lungimiranti sono una urgenza che deve vedere le famiglie più esigenti nei confronti dello Stato e della loro stessa coscienza civile”. E accanto alla famiglia, avverte Renna, “sono in gioco anche due altre questioni, che richiedono consapevolezza negli amministratori della cosa pubblica e in tutti i cittadini, espresse in due urgenze: la conversione alla transizione ecologica e la riconversione alla centralità dell’uomo, che spesso rischia di essere considerato come numero e non come volto nella sua unicità”.
“Ormai non si può rimandare una progettualità che assicuri la ‘transizione ecologica’, per la sopravvivenza nostra e delle future generazioni”. Di qui alcuni interrogativi: Gli imprenditori, gli agricoltori, le stesse forze politiche stanno acquisendo consapevolezza? Stanno investendo in futuro? Stanno prendendo le distanze da uno sfruttamento del territorio e del suo inquinamento irresponsabile e, spesso, truffaldino, con implicazioni di loschi interessi? Stiamo riqualificando il lavoro, dando centralità alle persone, ai loro salari e ai loro diritti, anche quando si tratta di persone che sono sempre vissute nella precarietà o sono immigrate? La progettualità politica e dei sindacati permetterà che si ritorni ad un ‘pre-pandemia’ di disuguaglianze? Si sta utilizzando quello che dall’Europa può arrivare a sostegno della nostra povera economia del Sud?”