Incontro, il 26 aprile scorso a Chiavari, tra l’ordinario militare, mons. Santo Marcianò, e Agnese Badinelli, sorella di Albino, giovane carabiniere che il 2 settembre 1944, a Santo Stefano d’Aveto (Ge), morì martire per salvare la vita di 20 ostaggi e il paese dalla distruzione. A dare oggi la notizia è l’Ordinariato militare. Mons. Marcianò ha parlato a lungo con la donna, oggi 96enne che, ha ricordato come il fratello in punto di morte “perdonò i suoi crocifissori”. All’epoca dei fatti Agnese aveva 19 anni, Albino 24. Ricorda tutto di quei giorni, ma soprattutto ricorda “Albino per quel fratello amorevole e protettivo che, fin dall’infanzia, era sempre stato. Solo leggendo la biografia di questo giovane eroe si può infatti comprendere come il suo sacrificio sia stato in realtà quasi il naturale e coerente compimento di una vita breve sì, ma tutta rivolta a Dio e al prossimo. La vita di Albino fu semplicemente una vita cristiana, ma lo fu nel senso più autentico e pieno. Una vita così cristiana da riuscire, poco prima della fucilazione, anche a perdonare i suoi uccisori”. Nel 2017 il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito ad Albino Badinelli la medaglia d’oro al merito civile. È imminente, inoltre, da parte della Chiesa di Chiavari, l’avvio della fase diocesana di quell’iter canonico che, un giorno, potrebbe portare Albino ad essere proclamato beato. Nel 2018, in occasione del Sinodo dei giovani voluto da Papa Francesco, Badinelli è stato annoverato fra quei giovani testimoni della fede che hanno dimostrato ai loro coetanei di oggi e di domani come sia davvero possibile vivere nel mondo secondo la logica di Dio. Tra i presenti all’incontro anche Tommaso Mazza, pronipote di Albino, che domenica 23 maggio verrà ordinato sacerdote per la diocesi di Chiavari.