Missionaria laica uccisa in Perù: oggi il funerale. Mirtha Vásquez (presidente Congresso), “costernata e indignata, pretendiamo seria indagine”

Si terrà oggi a Chimbote, in Perù, la messa esequiale per Nadia De Munari, la missionaria laica dell’Operazione Mato Grosso morta sabato scorso, qualche giorno dopo essere stata brutalmente aggredita nel sonno. Successivamente, la salma sarà rimpatriata in Italia. Proseguono, nel frattempo, le indagini degli inquirenti. A Chimbote è arrivato un nucleo specializzato della Direzione nazionale di investigazione criminale della Polizia nazionale. Si parte da un’evidenza: l’aggressione, per le sue modalità e la sua brutalità, è stata intenzionale e non legata a un tentativo di furto. L’unica cosa che l’aggressore ha portato sono due cellulari, tra cui quello della vittima. La Polizia ha informato che sta approfondendo la posizione di quindici persone, tra cui sei minori.
A livello politico, si registra l’importante presa di posizione della presidente del Congresso peruviano, Mirtha Vásquez, che in risposta a un tweet dell’esperto di diritti umani, vicentino d’origine, Cristiano Morsolin, così si esprime: “Sono costernata, la mia condanna e indignazione per questo attacco brutale. Nadia, come molti altri volontari stranieri, viene per vocazione ad aiutare in modo solidale il nostro Paese. Pretendiamo dal Ministero dell’Interno una seria indagine”.

“Ho incontrato personalmente Mirtha Vásquez, coraggiosa avvocata, attivista ambientale e difensore dei diritti umani, oggi a soli 34 anni presidente del Congresso della Repubblica del Perù, a Cajamarca, nel 2004 – aggiunge Morsolin -. Esprimo gratitudine per la sua presa di posizione, che è in sintonia con la richiesta di giustizia arrivata da varie componenti della società civile italiana, come Aspem, Mlal, Terra Nuova, Associazione Papa Giovanni XXIII. Quanto accaduto in Perù e in Sud Sudan in questi giorni deve far riflettere anche sull’urgenza di dare una risposta positiva alla richiesta di Comunità Papa Giovanni XXIII, Focsiv e Cipsi di creare il Ministero della Pace anche per gestire situazioni di crisi e insicurezza”.

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