“L’India è alle prese con una ondata di infezioni da Covid-19 senza precedenti, ma oltre a mitigare l’impatto della pandemia, siamo impegnati al massimo anche per contrastare l’impatto sull’accesso al cibo e gli effetti psicologici di questa situazione, soprattutto per le donne incinte, le neomamme e bambini sotto i cinque anni di età”. Lo racconta Simone Garroni, direttore generale di Azione contro la fame. L’organizzazione, che attualmente opera in quattro stati (Maharashtra, Madhya Pradesh, Rajasthan e Gujarat), 554 villaggi e 6 aree urbane, ha garantito supporto nutrizionale alle famiglie più in difficoltà e, fino ad oggi, ha consegnato 200 tonnellate di alimenti e ulteriori 54 tonnellate saranno fornite nei prossimi mesi. Si propone di raggiungere sia le famiglie residente nelle regioni urbane sia quelle che vivono nelle aree rurali. Fino ad oggi, hanno richiesto l’aiuto dello staff 41.400 donne incinte e in allattamento e sono stati raggiunti 6.300 bambini malnutriti. Con una stima di 140 milioni di persone senza lavoro, l’accesso al cibo è una sfida. Inoltre, in considerazione della chiusura delle scuole, 300.000 bambini rischiano la malnutrizione, perché non hanno accesso regolare ai pasti. Inoltre, aggiunge Garroni, “in questi mesi siamo stati chiamati ad avviare servizi di counseling, supporto psicologico ed emotivo a distanza. Finora, abbiamo effettuato più di 48.000 telefonate sul versante del sostegno a distanza alle famiglie in difficoltà. Per i prossimi tre mesi, attraverso il telefono intendiamo dare aiuto su nutrizione, igiene, assistenza alle mamme, gestione dello stress e salute mentale, sensibilizzazione sulla prevenzione al Covid-19 e sulle vaccinazioni; ci occuperemo di madri incinte e neomamme e bambini sotto i 5 anni e famiglie vulnerabili, in tutte le regioni che, al momento, non possiamo raggiungere fisicamente”. In quest’ottica, Azione contro la fame ha già formato 1.006 genitori sull’uso del braccialetto “Muac” per consentire loro di monitorare, a casa, lo stato di malnutrizione del proprio bambino. Uno staff di 200 professionisti umanitari sta lavorando con le autorità locali e i partner per fornire dispositivi di protezione individuale e attrezzature necessarie. Finora l’organizzazione ha fornito oltre 8.300 kit agli ospedali governativi e 249.264 tra mascherine guanti e disinfettanti alle amministrazioni locali nelle regioni in cui opera.