Perù: missionaria laica uccisa. Mons. Piorno (Chimbote) al Sir, “non era furto, quella persona è venuta per uccidere”

Mons. Ángel Francisco Simón Piorno

“Una cosa incredibile, inconcepibile, inaudita”. È ancora scosso, a due giorni dalla morte della missionaria laica Nadia De Munari, il vescovo di Chimbote, mons. Ángel Francisco Simón Piorno, intervistato dal Sir. La missionaria, cinquantenne, originaria di Schio (Vicenza), faceva parte del movimento missionario Operazione Mato Grosso e mercoledì scorso era stata aggredita nelle prime ore del giorno, durante il sonno, nella sede della casa “Mamma mia”, a Nuevo Chimbote, città satellite, appunto, di Chimbote, città sul Pacifico nella regione centrosettentrionale di Ancash. In questi quartieri poveri, “pueblos jovenes” vengono chiamati in Perù, Nadia De Munari – in Perù da 26 anni – coordinava le attività educative della prima infanzia, e in particolare sei asili, e seguiva molti minori in difficoltà. “Le forze dell’ordine stanno indagando e spero che presto emerga la verità, che l’assassino di Nadia venga assicurato alla giustizia”, spiega il vescovo, che nel momento in cui conversiamo ha appena terminato una riunione con i missionari dell’Operazione Mato Grosso, con altri vescovi e sacerdoti legati al movimento missionario e con le autorità politiche locali.
Tuttavia, per come sono andate le cose, il vescovo ha maturato una certezza: “non si è trattato di un furto o di una rapina, quella persona è venuta per uccidere, non per rubare. Ho visto le foto dopo l’aggressione, erano impressionanti, Nadia è stata colpita con grande efferatezza e violenza”. D’altro canto, ragiona mons. Simón Piorno, non sembra ci fossero state minacce o che la donna nutrisse preoccupazioni. Dormiva senza alcun tipo di misura di sicurezza. L’aggressore, in una città deserta per il coprifuoco dovuto alla pandemia, non ha avuto alcun problema a introdursi nella casa e nel salire al secondo piano, dove Nadia De Munari stava dormendo. Il vescovo ricorda bene anche le concitate ore che sono seguite: “non è stata vista venire a messa alle 6.30, gli altri missionari si sono insospettiti e sono saliti a vedere. È stata ricoverata qui in ospedale, ma non c’era la possibilità di operarla nelle strutture locali. Per questo, si è deciso di trasportarla a Lima. Io stesso, mi sono adoperato per far arrivare un aereo delle forze armate. Ma non è stato possibile, il velivolo era nel sud del Paese e dopo una certa ora non era possibile il suo atterraggio qui. Così, c’è stato un lungo trasferimento in ambulanza (di oltre 400 chilometri, ndr). Ma, una volta arrivata nella capitale, Nadia non ce l’ha fatta, perché le sue condizioni erano troppo compromesse”.

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