“Oggi anneghiamo tutti, con voi, nel Mediterraneo. Siamo annegati tutti, ognuno di noi, in ogni parte del mondo”. Lo scrive il vescovo di Cassano all’Jonio, mons. Francesco Savino, commentando la morte in mare di circa 130 migranti, nei giorni scorsi, nelle acque del Mediterraneo. “Siamo annegati nel comodo divano delle nostre case, nei cori di preghiera delle nostre Chiese, siamo annegati sul posto di lavoro e al pranzo tra i parenti. Siamo annegati con altre 130 persone e di noi non resta che un corpo morto a galleggiare sulla vergogna dei nostri inascoltabili silenzi”.
Il presule indica ciascuno come “corresponsabile” di “questa ennesima tragedia dis-umanitaria perché non si accosti a quanto accaduto nelle ultime ore al largo della Libia neanche la radice della parola umanità”. “L’umanità che non si può ridurre a essere l’insieme di uomini e donne ma che è un sentire, un atteggiamento, una dote, un dono, sembra essere affogata nella richiesta inascoltata di aiuto di chi oggi giace sul fondo del mare, quello stesso mare che tratteggia l’orizzonte, che alimenta il desiderio della terra e che oggi è il dolore dei flutti e dalla miseria del nostro disinteresse”. Poi, il “mea culpa” di mons. Savino: “Abbiamo ingannato il più grande insegnamento di Gesù: la fraternità e lo abbiamo fatto proprio mentre il Covid-19 ci stava dimostrando quanto siamo uguali nel dolore, nella sofferenza e nella morte”. Infine, il richiamo alle parole di Papa Francesco “Accogliere, proteggere, promuovere ed integrare”: “Sono i verbi d’azione che ci suggerisce Papa Francesco nella sua ultima Enciclica ‘Fratelli Tutti’, ma li abbiamo, ancora una volta, annegati in mare, nel mare Nostrum che ora forse può vantare sì di essere patria: la patria della vergogna”.