“L’età adulta ed anziana sta diventando ormai una frontiera sempre più numerosa nella nostra società e ci si rende conto di quanto sia una risorsa decisiva per il suo presente e il futuro. È importante, infatti, che il patrimonio di cultura, di tradizione e di testimonianza sui principali valori civili e cristiani che hanno segnato la nostra storia, si mantenga vivo e sia sempre rinnovato e qualificato attraverso l’apporto di coloro che di tutto questo sono stati e restano i protagonisti”. Lo ha affermato questa mattina mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, intervenendo all’incontro online delle categorie dei sindacati Cgil, Cisl e Uil sull’assistenza domiciliare degli anziani.
Ricordando che gli anziani “sono tra i soggetti più importanti della nostra società”, l’arcivescovo ha osservato che “i giovani ed i ragazzi debbono poter contare su queste persone, che diventano punto di riferimento stabile e sicuro anche per la loro crescita e dalle quali ricevono il testimone per impostare il futuro della loro vita e della società”.
“La presenza nella propria casa di un anziano è sempre portatrice di speranza e di amore che sostengono il cammino a volte difficile e faticoso dei propri figli e nipoti”, ha proseguito mons. Nosiglia, ricordando che “più volte ho scritto e detto che prima di decidere di portare un anziano parente in una casa di riposo o di accoglienza – peraltro indispensabile quando è necessaria una assistenza sanitaria o quando l’anziano non è più autosufficiente o ha una malattia debilitante -, bisogna fare ogni sforzo perché rimanga nella propria casa”. “Purtroppo – ha spiegato – la famiglia monoparentale di oggi stenta a attuare tale scelta e ricorre perciò, oltre che alla presenza di badanti, a strutture apposite che stanno sempre più caratterizzando la nostra società. Nello stesso tempo l’assistenza domiciliare, di cui tanto si parla e si auspica, resta un miraggio mai realizzato non solo per questioni economiche ma anche culturali e sociali”. Sul fronte ecclesiale, l’arcivescovo ha evidenziato che “le nostre comunità che seguono gli anziani nelle proprie dimore anche attraverso i ministri ausiliari della comunione non dovrebbero limitarsi a questo pure importante servizio” ma ha auspicato che “venga esteso anche ad altri volontari che si impegnino a visitare e accompagnare tanti anziani soli e privi di sussistenza. Per questo impegno credo che sarebbe opportuno attivare in ogni parrocchia una presenza anche di giovani e dei vicini di casa, che sarebbero ben accolti. Cosa che in questo tempo di pandemia si sta avverando in modo sorprendente”. Oltre a chiedere che la Regione, “come ha più volte promesso, sostenga” le strutture di cura e di riposo per anziani, Nosiglia ha solleticato “che si promuova a tappeto la vaccinazione degli anziani più esposti al coronavirus, prima di ogni altra pure importante categoria di cittadini”.