“Non si può restare indifferenti né liquidare come ragazzate le crudeltà commesse nei confronti di soggetti più deboli e in generale considerare quasi normale l’uso della violenza, le aggressioni, le risse e gli attacchi verbali. Tutti dobbiamo interrogarci e cercare con l’aiuto degli esperti le possibili risposte per formulare un’iniziativa concreta nella quale siano coinvolte istituzioni, media e famiglie”. Così l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, commenta in una nota gli episodi sempre più frequenti di disabili picchiati, insultati o irrisi da minorenni e ripresi per trasmettere sul web le immagini delle violenze. “Non possiamo giustificare azioni crudeli solo con la rabbia repressa di bambini e ragazzi per le conseguenze della pandemia. Dobbiamo chiederci se tutto ciò nasconda un’incapacità di accettare chi è diverso, se incida il diffondersi dell’uso di un linguaggio aggressivo anche nel discorso pubblico. C’è insomma qualcosa di più profondo, che richiede un intervento su piani diversi e che avrà bisogno di tempo”, osserva Garlatti.
Colpisce poi che per cercare la notorietà in rete si arrivi a essere malvagi nei confronti di chi non può difendersi. “Bisogna anche domandarsi se il pubblico apprezzi questo tipo di immagini e se chi assiste dal vivo si renda conto di essere responsabile nel non intervenire. Non si può restare fermi. Da un lato intendo porre all’attenzione dei tavoli interistituzionali e degli osservatori ai quali l’Autorità partecipa l’esigenza di intervenire sul fenomeno, dall’altro – conclude – sarebbe opportuno progettare azioni di sensibilizzazione che vedano come protagonisti gli stessi ragazzi”.