In questo anno di pandemia le scuole paritarie “hanno lavorato molto per perfezionare la Dad e la didattica mista per cercare di renderla una nuova forma di relazione, tentando di andare oltre la rigidità di un’erogazione di servizio”, e diversi insegnanti “hanno trasformato la didattica a distanza in didattica di vicinanza”. A raccontarlo in un’intervista al Sir è Virginia Kaladich, presidente della Fidae (Federazione istituti di attività educative) e preside di un polo scolastico che comprende tre istituti, mentre oggi è suonata di nuovo la campanella per almeno 7,6 milioni di alunni. “È vero – riconosce – che scene come quella dell’insegnante che interroga una studentessa bendata ci fanno capire che per molti questa relazione non c’è mai stata; eppure, quando sarà passata la pandemia, potremo almeno dire di aver trovato modalità nuove di fare lezione, che magari in alcuni casi si potranno rivelare utili. La lezione in presenza rimane certamente insostituibile, però nell’esperienza che abbiamo vissuto nei mesi scorsi ho visto veri maestri che hanno trasformato la didattica a distanza in didattica di vicinanza facendosi vicini ai loro studenti con grande passione educativa”. “Il fascino per il sapere – osserva – dipende dal come un docente entra in relazione con i propri allievi tanto da farlo diventare vero maestro… e questo può avvenire in aula, in un cortile ma anche attraverso uno schermo!”.
In tema di sicurezza, per quanto riguarda i test salivari dice: “Siamo ancora in attesa del via libera del ministero della Salute. Credevo che l’ok definitivo potesse arrivare per questi ultimi mesi di scuola ma capisco che ci sono anche dei passaggi burocratici da effettuare, come la marchiatura CE”.