“Miopia di visione, e incongruenza tra finalità del Piano di Ripresa, da una parte, e misure proposte, dall’altra parte, si riscontra nel documento conclusivo presentato dal Governo Draghi il 23 aprile 2021, sul quale nelle prossime ore si concentrerà l’esame del Parlamento”. Così il Centro studi Livatino commenta il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) nella parte relativa alla Giustizia. L’organizzazione già a febbraio aveva diffuso un documento sulla bozza del Pnrr predisposta dal governo Conte ed ora torna “a sottolineare la persistenza di gravi lacune derivanti dal mancato adeguamento degli organici dei magistrati e del personale di cancelleria”. “Il previsto cospicuo finanziamento dell’‘ufficio per il processo’, oltre che garantire uno spreco di risorse, rischia di stravolgere la stessa funzione del giudice, mentre la digitalizzazione resta un miraggio se non è orientata dove serve realmente”, la preoccupazione espressa dal Centro studi Livatino.
“Finalmente”, viene spiegato, sono previste “risorse per la giustizia, non accompagnate tuttavia da una visione strategica”, la critica del Centro studi Livatino, per il quale “non sembra che la nuova bozza abbia dato vita a un cambio di passo per il comparto giustizia”.
Per il Centro studi Livatino “le riforme necessarie alla giustizia in Italia” sono di tre tipi: “riforme strutturali” che attengono all’ordinamento della giustizia nel suo complesso; “riforme a costo” attinenti ai riti e agli adempimenti processuali; “riforme da finanziare” che “richiedono la dotazione dell’apparato della giustizia di mezzi adeguati per fare effettivamente funzionare il sistema processuale delineato dai codici”. “Il Pnrr – denuncia l’organizzazione – doveva concentrarsi su quest’ultimo capitolo, le riforme da finanziarie, e invece ha parlato pressoché esclusivamente degli altri due. Non si è compreso, in altre parole, che nessuna riforma tecnico-processuale, per quanto ben congegnata, funziona se la sua attuazione non viene demandata a un apparato di uomini e mezzi adeguato”. “In questa prospettiva, per quanto riguarda il sistema giustizia il Piano di ripresa economica diffuso il 23 aprile non corregge il tiro rispetto alla bozza elaborata dal precedente Governo e offre soluzioni non adeguate, né sul piano delle risorse, né sul piano dei contenuti”, precisa il Centro studi Livatino, secondo cui “servono più magistrati” mentre “non serve l’‘ufficio per il processo’”. Altre proposte riguardano la giustizia civile, quella penale e il completamento della digitalizzazione dei processi.