“Non siete soli”. È il messaggio che venerdì scorso ha lanciato il nunzio apostolico in Messico, mons. Franco Coppola, che ha celebrato una messa per la pace, davanti a duemila fedeli, ad Aguililla, nello Stato messicano del Michoacán e nella diocesi di Apatzingán. Il piccolo centro è una delle località simbolo della violenza che pervade la zona, contesa tra i cartelli del narcotraffico.
Drammatica, in particolare, è stata la giornata dello scorso 31 marzo, quando per tutta la giornata Aguililla è stata sotto il fuoco incrociato delle bande, con un bilancio finale di almeno 26 persone morte. Mons. Coppola ha incontrato in privato diverse vittime della violenza, ascoltando le loro storie e portando il suo conforto.
Il nunzio ha ricordato che la sua presenza ad Aguililla non deve essere intesa come una sfida, allo Stato o alla criminalità. “Ho visto cosa stava succedendo ad Aguililla prima di Pasqua. Ho visto le foto dei decapitati”, ha detto, riferendosi al ritrovamento di otto corpi senza testa nella comunità di La Enrramada. “Ho condiviso le foto su Facebook, perché volevo che i miei amici in Italia vedessero cosa stava succedendo, ma Facebook mi ha bloccato le foto. Così ho detto, andremo lì e inonderemo Internet con quello che succede ad Aguililla”. E ha aggiunto: “Spero che altri vescovi mi invitino”.
Il nunzio ha attraversato in processione il Paese, prima di presiedere la celebrazione all’aperto, in un campo di basket. Il nunzio era accompagnato dal vescovo di Apatzingán, mons. Cristóbal Ascencio, il quale ha affermato che “il popolo messicano è completamente orfano di coloro che hanno l’obbligo di proteggere le loro vite”.