L’Assemblea plenaria dei vescovi spagnoli ha approvato le linee di azione pastorale della Conferenza episcopale spagnola (Cee) per il quinquennio 2021-2025 che ha per titolo “Fedeli all’invio missionario. Chiavi del contesto attuale, quadro ecclesiale e linee di lavoro”, come ricorda una nota diffusa oggi dalla stessa Conferenza episcopale. Linee di azione che nella chiamata del Signore “Andate e annunciate il Vangelo” diventa la domanda: come evangelizzare nella società spagnola di oggi?
Il quadro generale dell’azione pastorale della Cee è un invito ad accettare la sfida di una conversione pastorale per una Chiesa in uscita. Uscire per “farsi prossimi” alle persone con cui condividiamo spazio, lavoro, vocazione e missione. Uscire per incontrare la società rendendo viva la presenza della Chiesa che annuncia, celebra e serve. Uscire per ascoltare e dialogare e anche per accogliere e generare ambiti per svolgere un lavoro comune con chi è dentro. Per questo si propone un lavoro “in quattro linee: primariamente annuncio del Vangelo, accompagnamento delle persone, presenza missionaria nella vita pubblica e processi formativi”.
È stata inoltre approvata la creazione di un servizio di consulenza per gli uffici diocesani per la protezione dei minori e la prevenzione degli abusi. Questo servizio di comunione e di aiuto è fornito agli uffici diocesani creati in tutta la Spagna per sostenere il loro lavoro nei vari settori della loro attività. Sarà anche a disposizione degli uffici creati dalle congregazioni religiose.
La Sottocommissione episcopale per la famiglia e la difesa della vita ha presentato all’Assemblea un rapporto sull’eutanasia e il testamento biologico insieme con la proposta di un nuovo testo per la Dichiarazione anticipata di volontà, che è stata approvata dalla plenaria. La persona che firma questo testo esprime il desiderio che, “se arriverà a soffrire di una malattia grave e incurabile o a soffrire di una malattia grave, cronica e invalidante o di qualsiasi altra situazione critica; le vengano fornite cure di base e cure adeguate per alleviare il dolore e la sofferenza” e che “non le venga fornito il beneficio dell’aiuto a morire in una qualsiasi delle sue forme, sia che si tratti di eutanasia o di ‘suicidio medicalmente assistito’, né che si prolunghi abusivamente e irrazionalmente l’agonia”.
Il firmatario chiede anche “aiuto per giungere cristianamente e umanamente alla propria morte”, di qui l’ulteriore richiesta “della presenza di un sacerdote cattolico e dell’amministrazione dei sacramenti pertinenti”.