È nata ieri, nella Giornata della Terra, la sezione messicana della Remam, la Rete ecclesiale ecologica mesoamericana, nata nel 2019 sull’esempio della Rete ecclesiale panamazzonica (Repam). La Remam del Messico sarà “una voce chiara e coraggiosa, a partire dal Vangelo”, per difendere l’ambiente e soprattutto le popolazioni più povere, svantaggiate dagli attacchi alla casa comune. Lo si è sottolineato nella conferenza stampa di presentazione, alla quale hanno partecipato l’arcivescovo dello Yucatán e presidente della Remam, mons. Gustavo Rodríguez, il responsabile della pastorale per la salvaguardia integrale del creato, mons. Engelberto Polino Sánchez, vescovo ausiliare di Guadalajara, e il responsabile della pastorale dei popoli indigeni e afro-messicani, mons. José de Jesús González, vescovo della prelatura di Jesús María-El Nayar.
L’assemblea della Remam sarà composta dai responsabili diocesani della salvaguardia del creato, da leader indigeni e afro-messicani, da movimenti ecclesiali impegnati nell’ecologia integrale e nella difesa del territorio, da comunità religiose e dalla Commissione episcopale per la pastorale sociale. Tutti questi attori saranno coordinati da un vescovo.
La Remam coordinerà iniziative per documentare le situazioni che minacciano la salvaguardia dell’ambiente, condividerà esperienze e buone pratiche, creerà banche dati e approfondimenti informativi. Queste proposte dovrebbero aiutare a proteggere i leader ambientali che difendono la vita e il territorio, di fronte a crescenti minacce come discariche illegali di rifiuti tossici, mega progetti minerari e idroelettrici, accaparramento di terreni per piantare monocolture, difficoltà di accesso all’acqua potabile, inquinamento delle spiagge, conflitti socio-ambientali. Tutte attività che spesso vedono protagonisti i cartelli criminali, che pervadono la società e l’economia messicana.