Si terrà oggi alle 8 (ora locale), nella cattedrale di Santa Cruz del Quiché, la cerimonia di beatificazione di coloro che sono conosciuti come i “dieci martiri del Quiché”. Il rito sarà presieduto dal vescovo del Quiché, mons. Rosolino Bianchetti Boffelli.
Questi i nomi delle diocesi persone riconosciute dalla Chiesa come uccise “in odium fidei” in diversi momenti all’inizio degli anni Ottanta del secolo scorso: i sacerdoti José María Gran, Faustino Villanueva, Juan Alonso e i laici. Juan Barrera Méndez, ragazzo adolescente, Domingo del Barrio Batz, Tomás Ramírez Caba, Nicolás Castro, Reyes Us Hernández, Rosalío Benito e Miguel Tiu Imul.
Per l’occasione, nelle scorse settimane, la Conferenza episcopale guatemalteca ha diffuso un comunicato nel quale mettono in evidenza l’esempio dei “fedeli testimoni di Dio”, che hanno vissuto il Vangelo e il Regno, fino a spargere il loro sangue come quello di Cristo, in uno dei momenti più drammatici della storia del Paese. Durante gli anni della dittatura militare e della guerra civile furono uccisi 200mila civili.
I martiri, hanno evidenziato i vescovi nel loro messaggio, furono promotori di giustizia, costruttori di pace, artigiani del bene comune, difensori della persona e dei suoi diritti, annunciatori del Vangelo e costruttori appassionati del Regno di Dio, nell’abbandono alla volontà del Signore.
Per questo, “i martiri saranno intercessori e custodi della nostra Chiesa”. I vescovi guatemaltechi aggiungono a quello dei martiri anche il ricordo di mons. Juan Gerardi, che fu vescovo di Verapaz, ausiliare di Città del Guatemala e venne ucciso nel 1998, e il suo sogno per un Paese diverso, un sogno che “i vescovi del Guatemala vogliono realizzare e quindi invochiamo l’aiuto dei martiri”; concludono.