Nel bimestre febbraio-marzo 2021 sul totale denunce presentate all’Inail la sanità e assistenza sociale scende sotto la soglia del 50% dei casi codificati, riposizionandosi sugli stessi livelli del periodo estivo, grazie probabilmente all’efficacia delle vaccinazioni, che hanno coinvolto in via prioritaria il personale sanitario. Lo conferma la scheda “I dati sulle denunce da Covid-19 (monitoraggio al 31 marzo 2021)” diffusa oggi dall’Inail.
“Rispetto al trend osservato nella ‘seconda ondata’ dei contagi, nei mesi di febbraio e marzo emerge un’inversione di tendenza”, si legge nel documento: scendendo l’incidenza dei casi relativi a sanità e assistenza sociale altri settori produttivi – come i trasporti, i servizi di alloggio e ristorazione, il commercio e i servizi di informazione e comunicazione, che raccolgono complessivamente circa il 20% delle denunce – registrano invece un incremento delle infezioni lavoro-correlate”.
Ciononostante, nella “seconda ondata” (ottobre 2020-marzo 2021) si è registrata una risalita dell’incidenza dei casi per le professioni sanitarie rispetto al calo evidenziato tra la fase di “lockdown” (fino a maggio 2020 compreso) e di “post lockdown” (da giugno a settembre 2020).
Stando ai dati diffusi, da inizio pandemia circa un terzo delle morti riguarda il personale sanitario e socio-assistenziale. La categoria dei tecnici della salute, in particolare, è quella più colpita, con il 38,5% dei casi denunciati, l’82,7% dei quali relativi a infermieri, e l’11,4% dei decessi codificati (il 67,7% infermieri). Seguono gli operatori socio-sanitari con il 19,0% delle denunce (e il 5,2% dei decessi), i medici con l’8,8% (6,8% dei decessi), gli operatori socio-assistenziali con il 7,2% (2,8% dei decessi) e il personale non qualificato nei servizi sanitari (ausiliario, portantino, barelliere) con il 4,8% (4,1% dei decessi).