“Bloccate la delibera del Veneto (305/2021) con cui con poche ore di corso si apre alla possibilità di utilizzare gli operatori sociosanitari (Oss) rispetto ad atti propri dell’assistenza clinica del paziente di competenza esclusiva di medici e infermieri”. La Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) scrive ai ministri della Salute, Roberto Speranza, e degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, e al presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga, per evitare che si crei una situazione che, oltre a configurare con una norma regionale lo scavalcamento di una legge dello Stato gerarchicamente superiore, la 3/2018 in cui si prevede per l’esercizio di professioni sanitarie l’obbligo di laurea e iscrizione all’albo, “pone a rischio la salute dei cittadini e configura un abuso di professione, non essendo gli Oss personale sanitario, ma del ruolo tecnico (non laureato e non iscritto agli albi) e che aggira anche i presupposti della legge 24/2017 sulla responsabilità degli operatori sanitari’.
Secondo la Fnopi la delibera, “aprendo alla possibilità di utilizzare gli Oss per atti propri dell’assistenza clinica del paziente di competenza esclusiva di medici e infermieri, lede anche gli interessi della persona malata, che potrebbe in questo caso non essere assistita nel miglior modo possibile e non godere degli stessi diritti e delle stesse specificità di cittadini di altre Regioni, alterando in questo modo sia il significato dei Livelli essenziali di assistenza che quello, più grave, del diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione”. Gli Oss infatti – spiega la Federazione degli infermieri – “sarebbero abilitati a compiti propri della professione medica e infermieristica esclusivamente con una formazione prevista dalla Regione di 150 ore di didattica e 250 ore di tirocinio, sicuramente non sufficiente per compiti ‘complessi’ come quelli che nella pandemia sono configurati anche per la sola vaccinazione”.