“Dolore e indignazione accompagnano la notizia legata all’uccisione di Maurizio Cerrato, per la brutale aggressione da lui subita a Torre Annunziata la sera del 19 aprile per soccorrere la figlia Maria Adriana, ‘colpevole’ di aver parcheggiato l’auto in un posto ‘riservato’”. Sono i sentimenti manifestati dall’arcivescovo di Napoli, mons. Mimmo Battaglia, per l’omicidio dell’uomo. “L’indignazione – spiega il presule – è per il perpetuarsi di delitti, violenze, soprusi sanciti da un abusivo codice del diritto in virtù del quale un manipolo di prepotenti si permette di condannare chi giorno per giorno, con semplicità e senso del dovere, cerca di vivere la propria vita, nel rispetto della sana e santa convivenza umana e civile”.
L’arcivescovo prosegue: “Il dolore diventa suffragio per l’anima di Maurizio e compassione per la sua famiglia e per l’intera comunità di Torre Annunziata. Alla famiglia la nostra vicinanza e il nostro impegno”.
Ma, avverte mons. Battaglia, “l’umana pietà non può bastare e non rende giustizia ad una vittima innocente! È doveroso riconoscere nella vittima un padre impegnato a soccorrere senza fare violenza!”.
Poi un appello: “La Speranza però non può venir meno! La speranza nelle istituzioni, che sono chiamate a fare la loro parte, vincendo la tentazione del facile consenso, la speranza nella società civile perché non ceda a forme di arrendevolezza o peggio ancora di atteggiamenti omertosi, la speranza nella comunità ecclesiale perché non ceda al pessimismo, ma inviti ad ancorare sempre più la fede in Gesù che è capace di fare nuove tutte le cose”.
Il presule conclude: “In questo momento così grave, affidiamoci alla nostra Madre perché asciughi le nostre lacrime e colmi il nostro cuore di consolazione”.