In Europa ci sono 4,9 milioni di ettari di foreste cosiddette “primarie”, una rarità che rappresenta il 3% della superficie forestale dell’Ue e l’1,2% del suo territorio. Si tratta di quelle foreste che crescono senza interferenza umana, incontaminate. Sono preziosissime per preservare la biodiversità e per mitigare il cambiamento climatico. Il Centro comune di ricerca dell’Ue oggi in un rapporto sulle foreste primarie, lancia un allarme e chiede che questi beni naturali vengano “mappati accuratamente e protetti rigorosamente” a livello europeo. Infatti, sebbene per il 93% della superficie queste foreste risultino già parte della rete di aree protette “Natura 2000”, il Rapporto mostra che i termini e le modalità di protezione non sono così chiari e definiti e quindi sicuri per la sopravvivenza di quelli che il commissario per l’ambiente Virginijus Sinkevičius ha definito “tesori naturali” che “hanno anche importanti valori storici e identitari per le comunità locali”. Secondo la commissaria per la ricerca Mariya Gabriel si tratta di “prove scientifiche” che “evidenziano le lacune di conoscenza”, e sollecita a “intraprendere azioni giuste per proteggere questa che è la parte più preziosa del nostro patrimonio naturale”. Il Rapporto raccomanda in particolare “misure di conservazione su scala paesaggistica” e la sensibilizzazione sul “valore di queste foreste per le persone e per il pianeta”. Sarà necessaria una “forte partnership” che coinvolga i proprietari di terreni, le organizzazioni per la conservazione della natura, le autorità locali e regionali e le comunità locali stesse.