Compie dieci anni nel 2021 un progetto che ha cambiato le prospettive di vita di un gruppo di giovani di origini africane e, assieme a loro, di alcune persone con disabilità. Risale al 2011 l’idea di dare vita a un’attività di produzione di yogurt da parte di due migranti che avevano partecipato a Rosarno alle manifestazioni contro il razzismo e lo sfruttamento nel 2010 e, dopo l’ottenimento dei permessi di soggiorno, si erano trasferiti a Roma. “Non volevamo stare fermi né vivere di beneficienza – racconta al Sir Suleman Diara, presidente della cooperativa sociale Barikamà –. Abbiamo iniziato a vendere i nostri prodotti in diversi mercati della capitale e, in due anni, siamo passati da una produzione di 60 litri di yogurt a settimana a 150 litri”. Nel 2014 è nata la cooperativa Barikamà, che nella lingua del Mali significa “resilienza”, con sette soci. Grazie a un bando della Regione Lazio, si sono trasferiti al Casale di Martignano a Campagnano (Rm) e hanno allargato la produzione agli ortaggi. Oggi, degli otto soci della cooperativa, sei sono africani e due persone affette da sindrome di Asperger. “I guadagni non sono alti, ma preferiamo ‘autosfruttarci’ che essere sfruttati da altri – scherza Diara –. La pandemia ostacola la nostra progettualità, anche se l’apprezzamento dei clienti rispetto alla qualità dei prodotti ci motiva ad andare avanti”. E conclude: “Sono stati dieci anni faticosi, ma siamo felici. In futuro, ci piacerebbe di allargare il progetto ad altri e partecipare a bandi che promuovano uno sviluppo sostenibile per i giovani dei nostri Paesi di origine”.