“Uomini, donne e bambini hanno vissuto come in trappola l’anno della pandemia, mostrando le fatiche di anni di politiche sull’immigrazione ideologiche e strumentali giocate sulla loro pelle”. Lo ha affermato oggi padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, durante la presentazione on line del Rapporto annuale 2021. “Per anni abbiamo parlato di una situazione di sempre maggior marginalità delle persone con una protezione internazionale, abbiamo denunciato come politiche securitarie ed escludenti hanno reso la vita dei rifugiati sempre più precaria – ha ricordato padre Ripamonti -. La pandemia non ha fatto altro che rendere evidente tutto questo, ha reso visibili gli invisibili, estremizzando la loro condizione”. A partire dal primo lockdown i richiedenti asilo e rifugiati incontrati dal Centro Astalli hanno raccontato di “un presente vissuto ai margini”. Per loro la mensa romana ha distribuito oltre 55mila pasti, mascherine e gel disinfettante, “a cui si sono aggiunti durante i mesi di marzo e aprile senza dimora italiani e comunitari (per quasi un terzo del loro numero)”. Nel mondo sono oltre 80 milioni gli sfollati, di cui 45 milioni sono sfollati interni. Partono soprattutto da Siria, Venezuela, Afghanistan, Sud Sudan e Myanmar. “La pandemia ha reso ancora più difficoltosi gli spostamenti – ha detto -. Durante il primo picco (aprile 2020) circa 168 Paesi hanno chiuso le loro frontiere e di questi 90 hanno interdetto l’accesso anche ai rifugiati”. “Ciò nonostante il numero degli sfollati è aumentato nel corso del 2020”, anche in Italia, con 34mila arrivi. “Sono partite dalla Libia e sbarcate sulle nostre coste circa 13mila persone – ha ricordato -, altre 11mila sono state intercettate e riportate indietro dalla guardia costiera libica, mentre si stima più di 1.400 il numero di migranti che hanno perso la vita. Tutto questo ci dice che la pandemia per molte persone non è il peggiore dei mali è solo uno dei tanti che affliggono la loro vita”. Padre Ripamonti ha poi accennato al nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo presentato dall’Unione europea a fine settembre: “Ci lascia insoddisfatti, perché continua a basarsi su una logica escludente”, ha affermato: “In sostanza, stiamo assistendo a una sorta di erosione del diritto d’asilo”.