“L’onda lunga dei decreti sicurezza e le politiche migratorie, di chiusura – se non addirittura discriminatorie – che hanno caratterizzato la normativa su immigrazione e asilo fino a fine 2020, acuiscono precarietà di vita, esclusione e irregolarità”. Lo afferma il Rapporto annuale 2021 del Centro Astalli, presentato oggi. “Le conseguenze dei decreti sicurezza sono ancora ben visibili”, afferma il Centro Astalli, documentando come il 36% delle persone che si sono rivolte all’ambulatorio del Centro Astalli Palermo non risultava iscritta al Servizio sanitario nazionale, “per difficoltà relative alla residenza o al titolo di soggiorno”. Questo rende molto più difficile motivare le persone a investire tempo in percorsi di integrazione: “Molte hanno fretta di trovare un’occupazione qualsiasi (anche in nero o sottopagata), per non rischiare di perdere il permesso di soggiorno”. Secondo quanto si legge nel rapporto particolarmente critica è la situazione dei nuclei numerosi e di quelli monoparentali. La permanenza all’interno dei centri resta lunga (almeno 12 mesi) e dopo l’uscita le famiglie vivono nella precarietà per la mancanza di reti di sostegno informali, parentali o amicali. Nel 2020 il servizio di accompagnamento all’autonomia del Centro Astalli ha sostenuto 178 madri sole (il 54% del totale). Un supporto costante è necessario anche per i minori stranieri non accompagnati.