Libertà religiosa: Acs, l’impatto del Covid-19 sui diritti umani. “Pandemia usata contro le minoranze”

“Gli Stati si sono serviti dell’insicurezza causata dal Covid-19 per aumentare il controllo sui loro cittadini, e gli attori non statali hanno approfittato della confusione per reclutare, espandersi e provocare crisi umanitarie più ampie, con profonde implicazioni per i diritti umani, incluso quello della libertà religiosa”. È quanto emerge dalla XV edizione del Rapporto di “Aiuto alla Chiesa che soffre” (Acs) sulla libertà religiosa nel mondo, diffuso oggi nelle 23 sedi della Fondazione di tutto il mondo. Il Rapporto prende in esame anche l’impatto del Covid-19 sui diritti umani, incluso quello della libertà religiosa. “La malattia – si legge nel Rapporto – ha esacerbato le fragilità esistenti legate a fattori quali povertà, corruzione e strutture statali inadeguate. I gruppi terroristici e gli estremisti islamici, ad esempio in Africa, hanno approfittato della distrazione dei governi per aumentare il numero degli attacchi violenti e consolidare le proprie conquiste territoriali”. La pandemia è stata usata dai gruppi estremisti anche come propaganda “per reclutare nuovi membri. Numerose pubblicazioni su internet di Al-Qaeda, Stato Islamico e Boko Haram hanno descritto il Covid-19 come una punizione di Dio per ‘l’Occidente miscredente’ e hanno promesso immunità contro il virus, assicurando un posto in paradiso ai jihadisti. Regimi autoritari come la Cina hanno usato l’epidemia per porre maggiori restrizioni sulla pratica della religione e chiudere siti web che trasmettevano cerimonie religiose”. Teorie complottiste hanno proliferato online “insinuando che gli ebrei avessero causato l’epidemia, mentre in India sono state lanciate accuse contro le minoranze musulmane, e in diversi Paesi come Cina, Niger, Turchia ed Egitto la pandemia è stata attribuita ai cristiani”. Pregiudizi sociali preesistenti contro le comunità religiose minoritarie “hanno anche portato ad un aumento delle discriminazioni attraverso la negazione dell’accesso agli aiuti sanitari alimentari” come accaduto in Pakistan. Acs segnala anche “un caso di risposta statale positiva”: il governo comunista di Cuba “ha permesso, per la prima volta, la diffusione sulla televisione di Stato della Via Crucis con Papa Francesco e delle liturgie pasquali”.

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