Coronavirus Covid-19: mons. Martin (vescovi irlandesi) a ministro della Salute, nuove misure sono “una criminalizzazione” del culto pubblico

Il primate cattolico di tutta l’Irlanda, l’arcivescovo Eamon Martin, ha espresso ieri al ministro della Salute Stephen Donnelly “profonda preoccupazione” per “la criminalizzazione” che è in atto nel Paese verso la possibilità di celebrare pubblicamente i culti. Nell’incontro, l’arcivescovo ha ribadito il sostegno della Chiesa cattolica alla tutela della salute, della vita e del bene comune ma ha anche sottolineato – si legge in una nota della Conferenza episcopale – l’importanza del rispetto e del sostegno del benessere spirituale delle persone accanto alla loro salute fisica e mentale. Per le persone di fede, ha detto, questo aspetto “è ritenuto essenziale”. Al ministro della salute e al suo staff, l’arcivescovo ha sottolineato che il lavoro pastorale fatto dai sacerdoti sul campo “dovrebbe essere rispettato e ritenuto essenziale, piuttosto che oggetto di sanzioni penali”. I sacerdoti sono spesso in prima linea a fianco dei malati, nei momenti di lutto, vicino a chi sta lottando. Si tratta di una presenza importante soprattutto durante il periodo di pandemia che “non dovrebbero essere limitata ad un piccolo numero di attività legalmente accettabili e regolamentate”. Secondo quanto riportato dalla Conferenza episcopale irlandese, il ministro ha sottolineato che le nuove misure prese dal governo non intendono prendere di mira il culto ma di regolamentare quelle le riunioni al chiuso e all’aperto che potrebbero rappresentare un rischio. Ha anche detto che “il culto religioso e il benessere spirituale sono stati presi molto sul serio dal governo e che nelle prossime settimane si terrà conto della riapertura anticipata del culto pubblico in conformità con i parametri di salute pubblica”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia