Segregazione, discriminazione, razzismo: sono le radici dell’apartheid nel mondo, che la rivista Popoli e Missione del mese di aprile analizza nell’ampio dossier centrale. “Si tratta – spiega Miela Fagiolo d’Attilia – di etnie senza diritti, di popoli sfruttati, costretti ad abbandonare le loro terre e ad essere esiliati dalla storia. L’apartheid cambia nome a seconda delle circostanze e delle latitudini, diventa un sistema più o meno ufficiale di norme ma la sostanza resta la stessa dal Sahara occidentale per il popolo Sarawi al Tibet espropriato della sua cultura dalla Cina; dai ghetti di Detroit negli Usa ai Ròm in Romania”. Al centro delle diverse realtà la “matrice razziale” resiste “nelle forme più acute di diseguaglianza”. Da segnalare in questo numero l’intervista esclusiva dall’America latina per i lettori di Popoli e Missione al leader del movimento indigenista Yaku Pérez, che si batte per i diritti degli Shuar che vivono da millenni nella Cordigliera del Condor nell’Amazzonia ecuadoriane. Yaku ha partecipato alle lezioni in Ecuador del febbraio scorso restando per un soffio escluso dal ballottaggio. Interessanti dichiarazioni sono inoltre contenute nell’intervista che don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi, ha rilasciato sul tema della revoca dell’export di armi verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi decretata dal governo italiano a fine gennaio scorso.
L’editoriale della pubblicazione edita dalla Fondazione Missio è dedicato alla Pasqua. “Una Pasqua di resurrezione, che – nella storia dell’umanità – si traduca in pace, giustizia, sviluppo, tutela della vita, diritti umani. Non una Pasqua solo promessa o ‘consolatoria’ ma un volto nuovo all’esistenza quotidiana di bambini, donne e uomini che oggi pagano il prezzo di vecchie e nuove ‘piaghe d’Egitto’. È lecito sperare in questa Pasqua?”.