Pasqua: mons. Marcianò (Omi), “la vita è vita fino alla fine e la morte non è la fine”

“La morte ci ha toccato di più; ha toccato la Nazione, il mondo. Ci ha fatto capire come sia terribile la solitudine dell’ultima ora, la cui sacralità avevamo dimenticato. Ci ha insegnato che la vita è vita fino alla fine e la morte non è la fine. Penso a voi, militari ai quali è toccato di accompagnare, sui vostri mezzi diventati carri funebri, defunti dei quali siete stati fratelli, sorelle, familiari nell’ultimo tratto di cammino”. È un passaggio del messaggio di Pasqua dell’arcivescovo ordinario militare per l’Italia (Omi), mons. Santo Marcianò, diffuso oggi dalla arcidiocesi castrense. Nel testo l’arcivescovo passa in rassegna quanto avvenuto dalla Pasqua dello scorso anno, “pensiamo a come sia cambiato il volto di case, caserme, scuole, uffici, missioni estere per la pace. Se si dovesse scattare una fotografia, raffrontandola con un’altra di poco più di un anno fa, ci sembrerebbe di stare in epoche diverse, addirittura in luoghi diversi”. Tanti sono i luoghi di croce, per mons. Marcianò: “Penso a quante nuove croci abbiano dovuto portare coloro che, tra voi, hanno vissuto l’esperienza della malattia da Covid-19 o il disagio di dover fronteggiare i rallentamenti e le difficoltà, per la cura di altre malattie. E penso a tutta la sanità militare, al nostro Policlinico del Celio, a tanti fra voi coinvolti in operazioni di salvataggio, trasferimento di malati, trasporto di farmaci e vaccini… con la dedizione competente e instancabile, che ha risucchiato le forze, esposto al rischio”. “Gesù – scrive il presule – chiede a tutti noi di ritornare lì, in quei luoghi, nei nostri luoghi; e forse, oggi, questa Sua richiesta ci spiazza, ci delude. Vorremmo che la Pasqua cambiasse quasi magicamente le cose. Vorremmo che la Risurrezione fosse un balzo in avanti, ci proiettasse in un futuro senza morte, senza croce, forse anche senza l’ordinarietà monotona e conflittuale che a volte uccide”. Ma “Lui ci precede e, se c’è Lui, Lui Risorto, anche i luoghi cambiano, tanto nell’ordinarietà della vita militare quanto in diverse situazioni straordinarie, delicate, rischiose… In ogni contesto, emerge lo spessore del nostro mondo militare italiano, fatto di grandi impegni e profondi valori. Tornate nei vostri luoghi – esorta mons. Marcianò – continuate con fede, anche se sembrassero solo sepolcri vuoti. Gesù vi precede, come ci ha detto, e vi dice ‘grazie’! Vi precede Risorto. E questo cambia tutto”.

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