“Il gesto di spezzare il pane sull’altare, il gesto di lavare i piedi ai discepoli sono segni di un altro gesto che di lì a poche ore Gesù avrebbe compiuto, cioè quello di morire in croce per noi. Sull’altare si anticipa, nel mistero, quello che poi doveva accadere sulla croce: la morte di Gesù, l’offerta, il dono, l’Agnello immacolato che viene immolato per noi”. Lo ha sottolineato, ieri, mons. Luigi Mansi, vescovo di Andria, nell’omelia della messa in Coena Domini, celebrata in cattedrale.
“Noi – prosegue il presule – vogliamo sentirci questa sera tutti quanti ‘nel cenacolo’, è il luogo dell’intimità, della famiglia, è la casa dove i fratelli si riuniscono insieme con il Fratello maggiore per celebrare l’amore del Padre. E Gesù compie questo gesto, prende questo pane, lo spezza, lo dà ai suoi discepoli attoniti: ‘Prendete e mangiate, questo è il mio corpo’. Il suo corpo? È un mistero di fronte al quale si resta veramente senza parole, si resta stupiti: ‘Prendete e mangiate, prendete e bevete…'”.
E ha aggiunto: “Il nostro Dio è amore, per cui se vogliamo essere figli di questo Dio dobbiamo vivere nell’amore, Se mi siedo intorno a questa mensa, mi devo pur convincere, prima o poi, che devo vivere nell’amore, devo vivere nell’amore come Lui”.
Allo stesso modo, quando Gesù dice: “Come ho fatto io, così dovete fare anche voi”, “non è un consiglio, non è facoltativo, questa è la fede, perché quando abbiamo tolto questo, non resta niente, sono tutte chiacchiere, tutte banalità che noi facciamo per farci belli gli uni davanti agli altri, ma che non ci rendono davvero limpidi davanti a Dio, noi che siamo stati lavati con il sangue dell’Agnello, quell’Agnello che fra poco noi immoleremo ancora una volta sull’altare”.
Mons. Mansi ha concluso: “Chiediamo al Signore che ci aiuti a vivere questo mistero con grande consapevolezza e chiediamogli perdono perché ancora non ci convinciamo, ancora non ci decidiamo ad inginocchiarci gli uni ai piedi degli altri. Che davvero Lui abbia pazienza con ciascuno di noi!”.