“Sono tre i passaggi che il Signore ci chiede”. Innanzitutto, “vedere e condividere la sofferenza dell’umanità”. Lo ha detto, oggi, il card. Juan José Omella, arcivescovo di Barcellona e presidente della Conferenza episcopale spagnola (Cee), nel discorso inaugurale della Assemblea plenaria della Cee. “Noi vescovi vogliamo vedere la nostra realtà, la realtà della Chiesa nella società spagnola e condividerne le gioie e i dolori”, ha aggiunto il porporato chiarendo che “la conversione pastorale ci invita ad ascoltare le sfide antropologiche e culturali poste dall’uomo di oggi e ad accoglierle con la misericordia”.
Il secondo passaggio è “comprendere che siamo prossimi gli uni agli altri”. Per il presidente dei vescovi spagnoli, “interpretare e leggere la realtà dall’ottica della fede non consiste nello sviluppare una strategia per avere successo e tanto meno un piano di laboratorio. Piuttosto, si tratta di scoprire il piano di Dio, la sua volontà di salvezza per tutti gli uomini, che continua a realizzarsi nonostante le nostre divisioni e peccati. Il discernimento consiste nell’integrarci nei piani sempre più grandi di Dio, liberandoci dalle visioni umane e dai criteri mondani”.
Infine, “riflettere l’amore di Dio”. “La migliore testimonianza e il miglior contributo che la Chiesa può dare al mondo di oggi come fermento, segno e strumento di una nuova umanità, è essere essa stessa un riflesso della Trinità”, ha affermato il card. Omella.