Le Chiese cristiane in Germania hanno commemorato i morti nella pandemia con una liturgia ecumenica, che si è celebrata ieri a Berlino nella chiesa memoriale dell’imperatore Guglielmo, alla quale hanno partecipato anche le massime cariche dello Stato. “Malattia e morte non possono essere respinte in questo lungo anno, hanno inciso profondamente nella vita di molte persone”, ha detto il presidente della Conferenza episcopale tedesca (Dbk), mons. Georg Bätzing, nella sua omelia. “La morte e il morire si sono avvicinati a noi più di prima”, ha detto il vescovo del Limburgo, evidenziando come la stessa percezione della morte sia cambiata. Per Bätzing sono molte le cose che sono venute a mancare: le visite in ospedale, le discussioni sulla fine della vita, la consolazione nella paura, indugiare con il defunto, le ultime parole che esprimono amore, dolore, perdono. “Ciò che è stato tolto alla vicinanza e all’affetto dalla pandemia ferisce l’anima”.
Anche il presidente del consiglio della Chiesa evangelica in Germania, il vescovo Heinrich Bedford-Strohm, ha detto nel suo sermone che in tempi di lutto “è tanto più importante non essere soli”. L’esperienza “di crisi della pandemia giace come un trauma sull’anima e grida per la guarigione”: “Avremo bisogno di molto tempo per elaborare tutto ciò, soprattutto i nostri figli, i nostri adolescenti, per i quali questa crisi ha le sembianze dell’eternità”.