“Mi hanno raccontato che dopo il terribile alluvione del 1976 che a Trapani provocò 16 vittime travolte dall’acqua e dal fango, si pianificò la costruzione di un invaso. Anche il carcere rappresenta un invaso per proteggere la città dal potere della mafia ma sappiamo che non basta. Tutti dobbiamo lavorare, anche voi che siete al 41 bis, per creare le condizioni per proteggere la società dall’allagamento del male e delle mistificazioni”. Così il vescovo di Trapani, mons. Pietro Maria Fragnelli, ai detenuti della sezione alta sicurezza “Jonio” del carcere di Trapani, dove il presule ha concelebrato l’eucarestia in occasione del pellegrinaggio della “Croce della misericordia” benedetta da Papa Francesco nel 2019 e pellegrina nelle carceri italiane.
La croce, proveniente dal carcere di Sciacca, è rimasta in città un paio di giorni dal 14 al 16 aprile. Sabato scorso, prima di essere consegnata al Carcere Ucciardone di Palermo, è stata accolta nella parrocchia Cristo Re di Valderice, dove, nella casa canonica con il parroco e cappellano del carcere don Francesco Pirrera, vivono degli ospiti in misura alternativa. La presenza della croce, dal forte significato simbolico, è stata occasione per brevi momenti di confronto e riflessione con operatori impegnati nel mondo carcerario, la comunità parrocchiale e il vescovo Fragnelli.