Nel contesto dell’attuale situazione epidemiologica, di vulnerabilità e di grave crisi economica, vi sono “sfide pastorali, che devono essere assunte con dinamismo profetico, missionario e sinodale in tutte le istanze ecclesiali”: questo hanno detto i vescovi portoghesi nella loro Assemblea plenaria che si è conclusa ieri, 15 aprile, a Fatima. In particolare ne hanno evidenziate alcune: l’annuncio del cuore del messaggio cristiano; l’importanza delle dinamiche comunitarie e di fraternità; la missione della famiglia e dei laici; la particolare attenzione ai giovani e agli anziani; l’urgenza della formazione; la cura dei nuovi linguaggi. L’Assemblea vede la fine di questa pandemia come “un’occasione per il rinnovamento della vita e della missione della Chiesa nel mondo”. I vescovi nella nota finale hanno espresso anche “preoccupazione per la sostenibilità delle istituzioni di solidarietà sociale”. È un invito alla “speranza” quello che i vescovi rivolgono ai portoghesi, “per affrontare, come popolo, le crisi pandemiche, sociali, economiche e culturali, per ripristinare la fiducia nella verità e la giustizia e per salvaguardare il senso del bene comune”. La plenaria dei vescovi ha approvato un documento su “Il diacono permanente nella Chiesa in Portogallo”, ministero che testimonia il “legame indissolubile tra servizio liturgico e prassi caritativa”, ma ha avviato anche una riflessione sui “Ministeri laicali in una Chiesa ministeriale”, che nei prossimi mesi “proseguirà in un processo sinodale negli organismi diocesani e nelle Commissioni episcopali”. La Chiesa portoghese sta anche ripensando l’iniziazione alla vita cristiana con una nuova proposta che pone l’accento sulla famiglia, chiesa domestica.