C’è un milione di euro che ogni anno viene stanziato per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e che non può essere speso. Si tratta dei fondi per i rimborsi ai tutori volontari e alle aziende che concedono loro permessi di lavoro retribuiti per assisterli. Tali contributi, previsti dalla legge di bilancio 2020 approvata a dicembre 2019, hanno bisogno di un decreto che stabilisca le modalità per la presentazione delle domande e per la loro concessione. “Dopo più di un anno però il decreto attuativo non risulta ancora adottato”, osserva l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, che ha scritto al Ministero dell’Interno e a quello dell’Economia e delle Finanze per sollecitarne l’approvazione.
“I tutori sono un anello essenziale del sistema di accoglienza: non solo costituiscono il punto di riferimento per minori stranieri non accompagnati, ma rappresentano il punto di raccordo per gli altri attori del sistema: servizi sociali, centri di accoglienza, uffici scolastici regionali e scuole, tribunali e procure minorili”, sottolinea Garlatti. “Svolgono una funzione fondamentale, a cui dedicano la cosa più preziosa: il loro tempo libero. Non ritengo giusto che debbano anche sostenere, senza alcuna possibilità di rimborso, le spese legate all’esercizio dei loro compiti”, aggiunge la garante.
Il milione che ogni anno lo Stato italiano stanzia sul “Fondo per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati” deve essere destinato, per legge, a tre finalità. La prima è quella di realizzare interventi a favore dei tutori volontari, la seconda è la restituzione del 50% dei costi sostenuti dalle aziende per i permessi di lavoro concessi per lo svolgimento delle funzioni di tutela (fino a un massimo di 60 ore). La terza, infine, è il rimborso delle spese sostenute dai tutori per gli adempimenti connessi al loro ruolo.