Portogallo: vescovi in assemblea. Mons. Carvalho (presidente), dopo la pandemia “maggiore corresponsabilità tra movimenti laicali e ministri ordinati”

La “situazione pandemica e possibili nuovi orientamenti” è il tema di fondo dei lavori dell’assemblea plenaria della Conferenza episcopale portoghese (Cep), riunita a Fatima, da ieri 12 aprile, in modalità mista, tra presenza e digitale. L’ordine del giorno cita tra i punti una riflessione sull’attuazione del documento pontificio che ha aperto alle donne i ministeri dell’accolitato e del lettorato, in vista della creazione di “nuovi ministeri” nella Chiesa cattolica. Parte dei lavori sarà dedicata anche alla missione dei diaconi permanenti, ministri della “carità di prossimità” (come li definisce un recente documento Cep). Altro tema in agenda, la Giornata mondiale della Gioventù a Lisbona nel 2023. “La pandemia non è finita”, ha detto nella prolusione il presidente dei vescovi José Ornelas Carvalho (nella foto). “Certamente i vaccini, oltre a tutte le polemiche marginali, rappresentano un grande traguardo scientifico e una speranza di normalizzazione della vita sociale ed economica”, ha continuato, chiedendo però che siano “un fattore di coesione e di reale progresso e che non aggravino il divario tra persone e Paesi con maggiore o minore potere economico”. Per mons. Carvalho, “uno degli insegnamenti di quest’anno è stato sicuramente l’accresciuta creatività di gruppi di laici attivamente impegnati nella ricerca di nuovi cammini per la vita della Chiesa, nei loro servizi di formazione, catechesi, aiuto solidale e missione”, servizi che sono stati “ringiovaniti” sia dall’uso di nuovi mezzi di comunicazione, sia dalla “necessità di tutelare le persone anziane”.
Il digitale, se non è “un sostituto della presenza che la vita ecclesiale presuppone”, è stato importante per “continuare, in tempo di pandemia, la missione essenziale della Chiesa” e “sarà sicuramente un percorso per il futuro, insieme a una maggiore corresponsabilità tra servizi e movimenti laicali e ministri ordinati”. Il presidente della Cep è anche tornato con parole di soddisfazione sulla sentenza di incostituzionalità della legge sull’eutanasia: “Così come facciamo ogni sforzo per superare la crisi e la sofferenza del Covid-19, possiamo e dobbiamo porre uguale attenzione alla scienza, alle persone e ai mezzi, non per aiutare a porre fine alla vita, ma per renderla possibile, con qualità, affetto e dignità in ogni sua fase”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa