Sempre secondo i dati Eurostat, riportati nella dichiarazione Comece a un anno dall’inizio della pandemia, il reddito totale da lavoro a livello dell’Ue è diminuito del 4,8% nel 2020, con le maggiori diminuzioni dovute ad assenze, riduzione dell’orario o perdita di posti di lavoro, in particolare come conseguenza del Covid-19. La disoccupazione inevitabilmente ha un impatto sulla povertà. Già prima della pandemia, nel 2019, oltre un europeo su cinque (92,4 milioni di persone) era a rischio di povertà o esclusione sociale nell’Ue. Inoltre, il 5,5% della popolazione ha dovuto affrontare gravi difficoltà materiali. La Comece, nel chiedere trasparenza nei piani nazionali di ripresa, invita l’Unione europea e gli Stati membri a coinvolgere le organizzazioni della società civile, le organizzazioni non governative e gli attori della Chiesa in tutte le fasi di progettazione, attuazione e monitoraggio dei piani nazionali. “Un dialogo aperto e franco”, scrivono i vescovi, “con tutte le parti interessate”, “a vantaggio del bene comune”. Il documento include proposte concrete su “giustizia ecologica” (a partire da European Green Deal), “giustizia sociale” (Fondo sociale europeo Plus che è il principale strumento dell’Ue per la realizzazione di un’Europa più inclusiva); e “giustizia contributiva”. “Contro interessi particolari”, dice ancora mons. Hérouard, “chiediamo all’Ue e ai suoi Stati membri che tutti gli attori economici, e in particolare le multinazionali, alcune delle quali hanno beneficiato della crisi, partecipino in modo equo agli sforzi di ripresa per aumentare la fiducia reciproca nella nostra economia”.