L’azione di smantellamento della legge 9/2016 della Regione Piemonte per il contrasto al gioco d’azzardo “si fonda sull’eliminazione della cosiddetta ‘retroattività’ (l’applicazione del criterio delle distanze dai ‘luoghi sensibili’ anche agli esercizi con licenze antecedenti la legge, quasi tutti…) e sulle limitazioni di orario di funzionamento degli apparecchi automatici di gioco, disposte dai Comuni, asserendo che queste misure avvantaggerebbero il gioco illegale, gestito dalle organizzazioni mafiose; avrebbero creato una crisi occupazionale nel settore del gioco in denaro”. Lo ricordano la Commissione regionale per la Pastorale sociale e del lavoro della Conferenza episcopale di Piemonte e Valle d’Aosta e da una ventina tra associazioni e movimenti (tra cui Acli, Libera Piemonte, Gruppo Abele, Movimento Focolari Piemonte, Azione Cattolica Piemonte e Valle d’Aosta, Comunità Cenacolo, Comunità Papa Giovanni XXIII, Forum delle associazioni familiari del Piemonte, Giuseppini del Murialdo, Società San Vincenzo De Paoli), secondo cui questi elementi “non trovano riscontro nei dati disponibili”.
Sul primo punto, infatti, “non esistono evidenze scientifiche e/o giudiziarie che manifestino un effetto sostituzione da parte del crimine organizzato nel settore degli apparecchi automatici di gioco”. Sul secondo punto, quello relativo agli ipotetici effetti nefasti sull’occupazione, “sottolineiamo come la legge 9/2016 prevedesse congrui periodi di differimento di entrata in vigore del cosiddetto ‘distanziometro'”.
Inoltre, “i dati dell’Osservatorio del mercato del lavoro regionale presentati in audizione poche settimane orsono dimostrano la stabilità dei livelli occupazionali nel settore, sia per quanto riguarda gli esercizi generalisti (tabacchi, bar…) sia per quanto riguarda gli esercizi dedicati in via esclusiva al gioco in denaro”. Nonostante ciò, nella consapevolezza delle eventuali future ricadute occupazionali conseguenti all’applicazione completa dell’attuale legge, “chiediamo che si cerchino soluzioni virtuose, in linea con l’art. 41 della Costituzione, dove si ribadisce che la libera iniziativa privata ‘non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana’. Ricordiamo a questo riguardo che sono ora a disposizione ingenti risorse per il sostegno economico e di riconversione produttiva”.
Le associazioni rivolgono un appello: “Chiediamo alla maggioranza del Governatore Alberto Cirio di non procedere con quest’opera di smantellamento della legge 9/2016, di mantenere le promesse fatte mesi fa e di ascoltare le ragioni delle realtà che da anni si battono contro il gioco d’azzardo patologico, il sovraindebitamento, e le mafie. Difendiamo gli effetti di una buona legge e non accettiamo che si scommetta sulla salute dei piemontesi”.